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Care Amiche e Cari Amici, pensando alle bambine e ai bambini dai 2 ai 120 anni di età (che stanno GIUSTAMENTE a casa per difendere la salute di tutt*) abbiamo pensato di dare vita alla Minimal Tv. Si tratta di un palinsesto di letture, racconti e altre sorprese di un teatro in rete pensato per entrare nelle case, che ogni giorno, puntualmente alle ore 10, si arricchirà una nuova storia comunicata in forma di poesia, racconto o lettura animata.
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TEATRI DI CONFINE Empoli

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STASERA PAGO IO Castelfiorentino

Rassegna di spettacoli serali dedicati alle famiglie.

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Rassegna domenicale pomeridiana rivolta ai ragazzi e famiglie.

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Rassegna teatrale pomeridiana per ragazzi e famiglie.

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Rassegna teatrale pomeridiana per ragazzi e famiglie.

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STASERA PAGO IO

S.ta Croce sull'Arno
Rassegna di spettacoli serali dedicati alle famiglie.

LA PROGRAMMAZIONE

TEATRO DEL POPOLO
Castelfiorentino
Stagione 2021/ 2022
TEATRO G. VERDI
Santa Croce sull'Arno
Stagione 2021/ 2022
TEATRI DI CONFINE
Empoli
Stagione 2021/ 2022

Il Giallo Mare Minimal Teatro fin dalla sua costituzione ha realizzato un costante percorso di ricerca drammaturgica e scenica incentrata sul recupero di alcuni particolari aspetti della tradizione teatrale e su una originale rilettura della tradizione con gli strumenti della contemporaneità . Pur essendo il nucleo artistico che ha fondato la compagnia tuttora presente alla guida della struttura, Renzo Boldrini e Vania Pucci, il Giallo Mare Minimal Teatro si è sempre caratterizzato per la sua capacità di essere un punto di partenza o di coagulo di progetti (Teatro di Appuntamento, Progetto Teleracconto) che hanno visto la compagnia essere scena d’incontro fra artisti che provengono sia dal mondo del Teatro che da svariate discipline comunicative, quali le Arti plastiche e visive, la scena elettronica, il mondo del video e della musica. Incontri, segni, stimoli, pratiche mai considerate come percorsi paralleli, ma tracce, idee che aiutassero la compagnia a moltiplicare le proprie capacità di visionari della scena: Multiscena è il neologismo con cui, ormai da alcuni anni la compagnia ha battezzato questo percorso di lavoro.

Teatro Carcere

Attività realizzata grazie al contributo della Regione Toscana

Giallo Mare Minimal Teatro non ha solo una vocazione produttiva di spettacoli sia per l’infanzia che per il pubblico dei giovani e degli adulti: oltre al teatro della scuola ed ai laboratori aperti alla libera utenza di ugni fascia d’età, fra le sue attività spicca anche una dimensione importante di teatro sociale e civile. In questo ambito il Teatro-Carcere rappresenta senz’altro una parte importante, molto radicata nella storia della compagnia, e che incarna l’idea di promuovere una diffusa cultura del teatro a partire dalle realtà che sono intorno a noi, a cominciare da quelle meno fortunate o più legate ad una dimensione marginale. Il nostro “fare teatro” contiene una innegabile potenzialità di azione civile, che nel contesto del carcere si esplica attraverso le sue componenti di possibilità di apertura sociale, attraverso una forma d’arte.

TEATROCARCERE: UNA LUNGA STORIA

DAL 1998 CON LE DONNE DETENUTE PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE DI EMPOLI
Abbiamo realizzato progetti teatrali con la Casa Circondariale Femminile di Empoli a partire dal 1998 fino alla chiusura del carcere empolese, avvenuta nel 2016.
Nel corso degli anni, alcuni degli spettacoli realizzati con le detenute sono stati inseriti e presentati alla cittadinanza nei cartelloni dei teatri del territorio proposti dalla nostra compagnia per conto dei Comuni di Empoli, Castelfiorentino, e del Circuito Teatrale Regionale. Oppure, come nel caso della Manifestazione “Estate al Fresco” – serie di incontri ed iniziative aperte alla cittadinanza nell’area verde del carcere – gli spettacoli realizzati con le detenute sono diventati il centro di un’estate culturale fatta nel carcere ma aperta e frequentata da chi sta fuori.
Fin dall’inizio della nostra esperienza di Teatro Carcere abbiamo operato per creare un cortocircuito positivo fra il mondo carcerario e quello esterno, con l’obiettivo di aprire una comunicazione tra la città e il carcere attraverso la produzione di spettacoli, favorendo con ogni mezzo la partecipazione del pubblico esterno.

Dal 2017 con le donne detenute nella SEZIONE FEMMINILE DELLA CASA CIRCONDARIALE DI SOLLICCIANO. (Firenze)
Si tratta di una sezione, quella femminile del carcere di Sollicciano, che da molti anni non aveva avuto modo di promuovere l’attività teatrale con le donne. Da molti anni le donne detenute a Firenze non avevano modo di svolgere questa attività che orami a tutti i livelli viene riconosciuta come molto rilevante per il loro percorso di ricostruzione delle abilità sociali e personali delle persone detenute. Il nostro sforzo è stato teso a cominciare a ricostruire un percorso con le donne recluse. La prima tappa è stata un nuovo laboratorio di teatro nel 2017 e nel mese di febbraio 2018 abbiamo presentato una nuova versione di “Carmen, il canto della libertà”, che vedeva coinvolte sulla scena alcune detenute di Sollicciano insieme ad alcuni professionisti e non professionisti che avevano in precedenza collaborato con l’ allestimento della stessa opera presentata nel carcere femminile di Empoli. Abbiamo proseguito il nostro lavoro di Teatro in Carcere e dal settembre 2018 abbiamo ricominciato con il laboratorio teatrale che ci ha portato nell’aprile 2019 a presentare presso il Teatro di Sollicciano una anteprima dello spettacolo “Fra quattro mura”. Nel novembre 2019 l’anteprima è diventata uno spettacolo a tutti gli effetti, aperto al pubblico, con molta soddisfazione sia da parte di chi lo ha visto che di chi lo ha fatto. E’ in corso d’opera, in un 2020 assai accidentato per le attività teatrali, un nuovo laboratorio di teatro che prevede una libera rilettura in chiave femminile del “Don Giovanni”.

Dal 2020 con L’ALTA SICUREZZA DELLA CASA CIRCONDARIALE DI LIVORNO
Abbiamo avviato anche un progetto di Teatro-Carcere con la Casa Circondariale “Le Sughere” di Livorno, con i detenuti dell’Alta Sicurezza. L’ottica di intervento e la metodologia è la medesima adottata nelle altre carceri in cui operiamo; un laboratorio dove abbiamo messo al centro del lavoro un grande classico che racconta dell’uomo escluso, lasciato, reietto: “Filottete” di Sofocle. Il lavoro nell’anno del Covid procede giocoforza un po’ a singhiozzo, ma la pietrosa isola di Filottete, luogo isolato e d’abbandono in cui è facile riconoscere il luogo-carcere continuerà ad essere il nostro terreno di esplorazione teatrale.

IL METODO

Una tipicità di questa esperienza è l’utilizzo di un metodo di lavoro che centra sul FARE LABORATORIO il proprio processo di intervento teatrale con il Carcere. E’ una scelta di intervento precisa, dove il prodotto finale – lo spettacolo per intenderci – non esclude l’importanza del processo di avvicinamento e costruzione dello stesso.
Un laboratorio teatrale è un insieme di esperienze. E’ un momento in cui, fuori dalla logica produttiva, si può scendere in profondità e permettersi di provare, sbagliare e conoscere. Il punto di partenza è il corpo, inteso come strumento di creazione, ed il gruppo. L’ascolto è il primo obiettivo per aprire le porte della percezione. Un ascolto attento, presente, sensibile. La mente è il traduttore, che formula e riformula l’azione creandola e ricreandola. Il gruppo è il circuito che crea i collegamenti e permette alla creazione di espandersi, di appropriarsi dello spazio in cui agire, in cui agire con consapevolezza e in cui potersi riappropriare, almeno un poco di sé.
Negli anni trascorsi a realizzare percorsi di teatro in Carcere abbiamo affrontato molti temi ( l’assenza, le mura che separano o proteggono, l’individuo in rapporto alla società, la separazione dagli affetti ) e abbiamo anche liberamente riadattato molti classici del teatro: da “Antigone” a “La Casa di Bernarda Alba” di Garcia Lorca, da “I dialoghi delle Carmelitane” di Bernanos a “Otello” di Shakespeare, da “La scuola delle mogli” di Moliére a “Casa di Bambola” di Ibsen a “Carmen” di Bizet, fino a “Don Giovanni”, l’opera su cui ci stiamo concentrando attualmente. Ogni rilettura e rivisitazione è stata fatta in un’ottica partecipativa, che non prescindesse dal contributo personale ed originale di ciascuna partecipante, sempre i testi sono stati adattati trovando una lettura che entrasse in risonanza e potesse dialogare con le detenute e con il gruppo di lavoro.

INTERAZIONE: coinvolgimento degli studenti

Abbiamo spesso coinvolto studenti delle scuole superiori e dell’Università nei percorsi dedicati al carcere, in modo da creare un terreno comune in cui i giovani potessero entrare in contatto con questa parte della società preclusa allo sguardo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le giovani generazioni e favorire il loro impegno verso uno sguardo di inclusione e accoglienza, nello spirito fattivo e concreto di un’arte, quella teatrale, che consente di sfumare le differenze di partenza per creare nuovi equilibri e nuova conoscenza di sé nella relazione con l’altro. Il nostro impegno a combattere lo stigma verso le fragilità sociali è continuo, e cerchiamo in ogni occasione di creare attraverso il teatro un terreno d’incontro, oltre i pregiudizi e gli stereotipi così vivi nella nostra società.

CHI SIAMO
Gli operatori che si occupano prevalentemente di Teatro-Carcere sono Maria Teresa Delogu e Rossella Parrucci, attrici e formatrici teatrali che collaborano con la compagnia stabilmente da oltre 25 anni occupandosi anche di Teatro-Scuola, Formazione Teatrale, Teatro Sociale e del Disagio, Teatro di Comunità e progetti variamente articolati finalizzati alla conoscenza e diffusione della cultura teatrale.

Stasera Esco

tuttodasola_meacciMERCOLEDÌ 8 LUGLIO – H. 21.30

TUTTO DA SOLA!
di e con Anna Meacci

Amo raccontare. Amo raccontare storie. Questo “amore” me l’ha trasmesso il mio babbo, molti anni fa, quando ero piccola, con le trecce lunghe e una ghigna indisponente stampata su una faccetta paffuta. Quando in casa Meacci si guardava poco la televisione ma si raccontava tanto. Si raccontava di tempi lontani e di un mondo a me sconosciuto.
Quei racconti erano le mie fiabe.
PRENOTA QUI

MERCOLEDÌ 22 LUGLIO – H. 21.30

RACCONTA UN
DIZIONARIO INESISTENTE
Stefano Massini

Così seguito in tv nei suoi monologhi del giovedì sera a “Piazzapulita”, Stefano Massini è animato da sempre da una fortissima curiosità e voglia di raccontare. Forse per questo la sua vena irresistibile di narratore si sprigiona più che mai in “Dizionario inesistente”, il libro pubblicato da Mondadori in cui lo scrittore inanella ritratti formidabili e storie avvincenti, in un crescendo fra ironia, risate, emozioni e riflessioni profonde.
PRENOTA QUI

Biglietto € 10.00 – Abbonamento 6 spettacoli € 42.00: Recital Lirico – Anna Meacci in Tutto da Sola! – Javier Girotto Trio – Tango Nuevo revisited – Stefano Massini Racconta un Dizionario Inesistente – Pontormo Sax Quartet – ORT Attack Musica da Film)

Mostriciattoli

MOSTRICIATTOLI

Olmo è un bambino che vuol essere grande ma tutti lo considerano piccolo… – Non puoi restare alzato fino a tardi sei piccolo! – Dammi la mano per attraversare la strada sei piccolo! Uffa, pensa Olmo, ma io invece sono capace di fare tante cose… So andare all’avventura da solo … Da un po’ di tempo tutti gli dicono: – fai attenzione, ormai sei grande – non far rumore ormai sei grande – non romperlo ormai sei grande Olmo si domanda come mai è diventato grande improvvisamente. È successo quando è arrivata Anna, la sorellina! Son tutti lì intorno a lei sorridenti e lei non riesce nemmeno a parlare o a camminare eppure son tutti felici quando lei fa ghe ghe gu gu… però Olmo è quasi sicuro che sotto le sembianze della sorellina si nasconda un mostro e lui troverà le prove! Oppure tutto è cominciato quando è andato in prima elementare? Tante cose nuove da imparare, tante nuove regole da rispettare e la maestra o il maestro, forse anche loro sono mostri da smascherare. I mostri popolano tutta la casa, la scuola, la stanza di Olmo ma i grandi non li vedono fino a che un incontro fortunato con un piccolo cane, Polpetta, porta Olmo a dimenticare le sue paure, anzi a combatterle e a diventare grande. Cosi anche la scuola e la sorellina piano piano perdono le sembianze di mostro, anzi di mostri in casa non ce ne sono più. Neanche un piccolo mostriciattolo. In scena il mondo dei giochi di un bambino e il suo mondo affettivo popolato da paesaggi e mostri, paesi e animali guida è raccontato da un’attrice, una disegnatrice e un’artista multimediale. Continua la ricerca di Vania Pucci sull’affettività dei bambini e sulle emozioni iniziata con Perché Piangi? e Buongiorno Buonanotte.

di e con
Vania Pucci
disegni realizzati dal vivo ed elaborazione immagini multimediali
Ines Cattabriga
luci e suoni
Saverio Bartoli
operatore multimediale
Giacomo Saradini
fascia d’età
3 – 6 anni
tecnica utilizzata
attori, immagini e disegno su sabbia dal vivo

TRAILER

Buono come il lupo

BUONO COME IL LUPO

Il protagonista dello spettacolo, anche se a prima vista non sembra, è un lupo. Quando si apre il sipario questo lupo, si presenta sotto mentite spoglie, e sembra più innocuo di un agnello. Il protagonista dello spettacolo è un professore di musica che usa le note del suo piano e dei suoi strumenti per guidare il lupo come una marionetta, facendolo danzare come uno strampalato ballerino e il comico dei clowns per divertire con fantasiose gag il pubblico. Una voce fuori campo incalza il lupo in incognito trascinandolo in luoghi e prove per indurlo a rivelare la sua vera identità, stimolando i suoi appetiti da favola, la sua feroce fame da lupo. Per indurlo in tentazione usano l’esca, la più appetitosa: una bambina dal cappuccetto rosso, e per evitarla e fuggire lontano da lei, il lupo diventa protagonista delle più impreviste e divertenti peripezie. Un percorso con continui colpi di scena che ovviamente si concluderà con un evitabile lieto fine dove ciascuno tornerà a svolgere il proprio ruolo perché al cuor non si comanda e mica tutti possono essere buoni come il pane! Buono come il lupo è uno spettacolo di teatro musicale, con una colonna sonora eseguita dal vivo che Tommaso Novi già componente dei Gatti Mezzi, polistrumentista, cantante e maestro dell’arte del fischio con il quale riproduce una gamma incredibile di sonorità. In scena Tommaso Taddei, uno dei migliori attori della nuova scena toscana, sostenuto da camei di Simone Gasparri, la Bambina dal Cappuccetto Rosso, incubo di ogni lupo sulla via della redenzione. Regista è Giovanni Guerrieri dei Sacchi di Sabbia, pluripremiato regista fra i più innovativi della nuova scena italiana. Buono come il lupo è uno spettacolo giocoso, spiccatamente comico, pensato per stimolare, grazie al suo stile evocativo, l’immaginazione dei piccoli spettatori.

coproduzione Sacchi di Sabbia
testo
Renzo Boldrini
regia
Giovanni Guerrieri
con
Tommaso Taddei, Giovanni Mancini
musiche originali eseguite dal vivo
Tommaso Novi
fascia d’età
dai  5 anni
tecnica utilizzata
attore e musica dal vivo

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Stagione 2023/ 2024
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Stagione 2023/ 2024
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Azione n. 2
LEGGERE A VOCE ALTA
Azione n. 3
LEGGERE AD ALTA VOCE PER SCEGLIERE UN LIBRO
Azione n. 4

TEATRO FRA LE GENERAZIONI

BANDI E OPPORTUNITÀ

Il Giallo Mare Minimal Teatro fin dalla sua costituzione ha realizzato un costante percorso di ricerca drammaturgica e scenica incentrata sul recupero di alcuni particolari aspetti della tradizione teatrale e su una originale rilettura della tradizione con gli strumenti della contemporaneità . Pur essendo il nucleo artistico che ha fondato la compagnia tuttora presente alla guida della struttura, Renzo Boldrini e Vania Pucci, il Giallo Mare Minimal Teatro si è sempre caratterizzato per la sua capacità di essere un punto di partenza o di coagulo di progetti (Teatro di Appuntamento, Progetto Teleracconto) che hanno visto la compagnia essere scena d’incontro fra artisti che provengono sia dal mondo del Teatro che da svariate discipline comunicative, quali le Arti plastiche e visive, la scena elettronica, il mondo del video e della musica. Incontri, segni, stimoli, pratiche mai considerate come percorsi paralleli, ma tracce, idee che aiutassero la compagnia a moltiplicare le proprie capacità di visionari della scena: Multiscena è il neologismo con cui, ormai da alcuni anni la compagnia ha battezzato questo percorso di lavoro.