I 3 Porcellini

I TRE PORCELLINI

I 3 porcellini, racconto della tradizione orale europea che viene trascritto nel 1843 da James Orchard Haliwell, in questo spettacolo diventa un pre/testo, uno specchio necessario ad evocare i ricordi d’infanzia di un buffo personaggio, di nome Ultimo, che gira il mondo, con una valigia che ben presto si rivelerà essere un piccolo teatro. Un bagaglio particolare che letteralmente contiene il suo originario quadro familiare e gli elementi significativi per ricostruire visivamente la casa nella quale viveva un tempo con i genitori ed i fratelli. Un’ambientazione dove i quadri del padre, citazioni di famose opere pittoriche, e la storia dei 3 porcellini, usata dalla madre come storia di formazione dei figli, diventano il lievito per un doppio livello narrativo che intreccia la fiaba originale con le memorie d’infanzia di Ultimo, il suo viaggio di crescita, superamento delle paure fisiologiche insite nel percorso verso l’autonomia di ogni bambino. Uno spettacolo che mischia la favola con citazioni da Hitchcock e la pittura di Botero che fornisce il punto di partenza dell’immaginario visivo che fa da sfondo allo spettacolo.

hanno detto dello spettacolo:

“… Bella l’idea di dare forma alle paure che, una volta espresse, diventano più facili da comprendere, da condividere e quindi da tenere sotto controllo e anche (perché no?) da “buttare via”. Giallo Mare Minimal Teatro è stata tra le prime compagnie di Teatro Ragazzi a mescolare, in forma sperimentale, con ricerche raffinate, le azioni degli attori con i linguaggi della visione, immagini in movimento. Nei “Tre porcellini”, visto al Teatro al Parco, Renzo Boldrini, responsabile dell’ideazione insieme al regista Michelangelo Campanale, è il solo protagonista in scena, ma, raccontando si moltiplicano le situazioni di alta teatralità, con quella grande valigia che, aprendosi, svela un gruppo familiare “alla Botero”, tutti piuttosto arrotondati, i genitori e i tre figlio, Primo, Secondo e Ultimo, e con quella lunga cornice rettangolare sul fondo dentro cui appariranno più “quadri”, ispirati all’attività del padre Fernando, proiezioni che solo come gioco paiono guidati “a mano” dall’interprete.“ – (Valeria Ottolenghi/ GAZZETTA DI PARMA)

di
Renzo Boldrini e Michelangelo Campanale
con
Renzo Boldrini
regia
Michelangelo Campanale
animazioni digitali
Ines Cattabriga
micro-scenografie
Iole Cilento
fascia d’età
6 – 10 anni
tecnica utilizzata
attore e immagini
foto di scena
Corrado Frullani

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La Regina delle Nevi – Battaglia Finale

LA REGINA DELLE NEVI

La Regina delle Nevi ha come protagoniste due figure femminili: la sovrana che con i suoi poteri strega gli umani riducendoli ad automi privi di memoria e di sentimenti e Gerda, una bambina che affronta mille peripezie per liberare il suo amico Kay, prigioniero della Regina delle Nevi. Questo è lo sfondo sul quale, come in un gioco di specchi s’innesta la storia di Margherita, una ragazza che da bambina, insieme al suo amico del cuore Giacomo, amava ascoltare la favola della Regina dalla voce della nonna. Margherita non ha mai dimenticato quella favola, ma, al contrario della bambina del racconto, non ha mai trovato il coraggio per affrontare e sconfiggere le sue paure dare un “lieto fine”anche alla sua storia personale. Grazie ad un sogno Margherita, ormai adulta, torna nella casa della nonna, dove ascoltava la storia di Kay e Gerda. Riscopre i luoghi della sua infanzia ritrovando quello che amava di più: un armadio con uno specchio che diventa una porta che le permette di mettere in relazione favola e realtà, passato e presente. Margherita affronta e supera le sue paure e, sconfiggendo la Regina delle Nevi, diventando finalmente davvero “grande”. Dal punto di vista scenico Margherita compie un grande viaggio pur restando all’interno di una stanza che, grazie agli artifici scenotecnici ed illuminotecnici e le proiezioni di immagini in 3D, si trasforma concretamente, poeticamente, in differenti scenari: steppa sconfinata, distese marine, notti misteriose, serre fiorite ed infine nel campo di battaglia per lo scontro finale fra Margherita e la Regina delle Nevi. Lo spettacolo moltiplica i piani narrativi e simbolici ed offre allo spettatore una prospettiva inusuale, poetica del tempo.

Hanno detto dello spettacolo: “nella Regina delle nevi di Giallo Mare si sottolinea l’impiego di una scena profondamente curata, cross mediale, intelligentemente studiata per ambienti che, ad abitarli, si spalancano dimensioni di luogo, di tempo e di senso: una chiamata a un teatro fieramente al massimo delle proprie forze; l’attenzione al mestiere d’attore come strumento di comunicazione primaria” (Nella Califano, Lorenzo Donati, Sergio Lo Gatto/Planetarium)

di
Renzo Boldrini, Michelangelo Campanale
regia, scene, luci, disegni e scelte musicali
Michelangelo Campanale
con
Alice Bachi
costumi e voce della Nonna
Maria Pascale
video
Studio Leandro Summo
luci e suoni
Roberto Bonfanti
fascia d’età
6 – 11 anni
tecnica utilizzata
attori e immagini

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