Al Minimal Teatro di Empoli debutta venerdì 23 ottobre la nuova stagione della rassegna Teatro contemporaneo con un’anteprima nazionale.
In scena una produzione di Giallo Mare Minimal Teatro e Gogmagog dal titolo La trappola con Francesco Pennacchia e Tommaso Taddei.
La rassegna prosegue martedì 10 novembre con Auguri Giacomo! spettacolo omaggio in ricordo di Giacomo Verde, prematuramente scomparso il 2 maggio scorso in pieno lockdown.
Martedì 24 novembre sarà la volta de Il vaso di Pandora, regia e drammaturgia Saverio Tavano, con Marco De Bella, Annibale Pavone e Margherita Smedile produzione Nastro di Möbius; mercoledì 17 febbraio in scena Stay hungry:indagine di un affamato di Angelo Campolo, produzione DAF teatro dell’esatta fantasia.
Ultimo spettacolo mercoledì 17 marzo con la Compagnia Trioche che presenta Papageno Papagena con Irene Geninatti Chiolero, Franca Pampaloni, Nicanor Cancellieri, regia Rita Pelusio una produzione PEM Habitat Teatrali con il sostegno di Catalyst, Giallo Mare Minimal Teatro e LaBolla Teatro.
Gli spettacoli avranno inizio alle 21.00, biglietto € 8.
I prezzi dei biglietti sono invariati rispetto allo scorso anno.
Per tutti gli spettacoli è richiesto l’acquisto in prevendita senza costi aggiuntivi, in modo da ridurre al minimo code e assembramenti e agevolare il tracciamento degli spettatori secondo le normative vigenti.
Si possono comprare i biglietti on-line sul sito www.giallomare.it oppure di persona recandosi presso Giallo Mare Minimal Teatro dal lunedì al venerdì in orario 9.00-13.00 e 14.00-18.00.
Per prenotazioni scrivere a biglietteria@giallomare.it.
Al Minimal Teatro di Empoli è tempo di spettacoli per bambini.
Al via domenica 25 ottobre la rassegna DireFareTeatrare, dedicata ai bambini e alle famiglie, che è realizzata dal Comune di Empoli, Giallo Mare Minimal Teatro e Fondazione Toscana Spettacolo onlus.
Le compagnie selezionate sono fra le più affermate del panorama teatrale italiano e producono progetti significativi per il teatro per le nuove generazioni.
Si comincia la prossima domenica con la produzione del Teatro Glug Topo di campagna Topo di città, di e con Enzo Cozzolino.
Lo spettacolo, consigliato per tutti i bambini a partire dai 3 anni, è una moderna rilettura dell’antichissima favola di Esopo con pupazzi, burattini, musica e attore, prodotta da Teatro Glug.
La messinscena è fedele alla sostanza e al messaggio dell’originale: per apprezzare ciò che si possiede, ogni tanto bisogna cambiare il proprio quotidiano, e più ci si allontana, più lo si impara ad amare. ”Topo di campagna, Topo di città” è una parabola sulla tolleranza e ci insegna che anche nelle cose più semplici si può trovare un grande tesoro.
Il programma di DireFareTeatrare prosegue domenica 1 novembre con una delle ultime produzioni di Giallo Mare Minimal Teatro Le avventure di Pesce Gaetano di e con Vania Pucci, disegni di sabbia Giulia Rubenni, animazioni digitali Ines Cattabriga. Età consigliata dai 2 ai 7 anni.
Si prosegue domenica 8 novembre I tre porcellini di Renzo Boldrini e Michelangelo Campanale, produzione di Giallo Mare Minimal Teatro; domenica 15 novembre con Casa romantika di e con David Bianchi “Giulivo”, produzione Catalyst; domenica 22 novembre torna Vania Pucci, insieme a Adriana Zamboni, protagonista di Cappuccetto e la nonna e gran finale domenica 29 novembre con Enrichetta dal ciuffo con Marco Cantori e Giacomo Fantoni.
Gli spettacoli avranno sempre due repliche alle 15.00 e alle 17.30.
Il biglietto per ogni singolo spettacolo è di 4.50€.
Per tutti gli spettacoli è richiesto l’acquisto in prevendita senza costi aggiuntivi, in modo da ridurre al minimo code e assembramenti e agevolare il tracciamento degli spettatori secondo le normative vigenti.
Si possono acquistare i biglietti al seguente indirizzo https://www.webtic.it/index.htm#/home?action=loadLocal&localId=5545 oppure di persona recandosi presso Giallo Mare Minimal Teatro dal lunedì al venerdì in orario 9.00-13.00 e 14.00-18.00.
Per prenotazioni scrivere a biglietteria@giallomare.it.
Attività realizzata grazie al contributo della Regione Toscana
Giallo Mare Minimal Teatro non ha solo una vocazione produttiva di spettacoli sia per l’infanzia che per il pubblico dei giovani e degli adulti: oltre al teatro della scuola ed ai laboratori aperti alla libera utenza di ugni fascia d’età, fra le sue attività spicca anche una dimensione importante di teatro sociale e civile. In questo ambito il Teatro-Carcere rappresenta senz’altro una parte importante, molto radicata nella storia della compagnia, e che incarna l’idea di promuovere una diffusa cultura del teatro a partire dalle realtà che sono intorno a noi, a cominciare da quelle meno fortunate o più legate ad una dimensione marginale. Il nostro “fare teatro” contiene una innegabile potenzialità di azione civile, che nel contesto del carcere si esplica attraverso le sue componenti di possibilità di apertura sociale, attraverso una forma d’arte.
TEATROCARCERE: UNA LUNGA STORIA
DAL 1998 CON LE DONNE DETENUTE PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE DI EMPOLI
Abbiamo realizzato progetti teatrali con la Casa Circondariale Femminile di Empoli a partire dal 1998 fino alla chiusura del carcere empolese, avvenuta nel 2016.
Nel corso degli anni, alcuni degli spettacoli realizzati con le detenute sono stati inseriti e presentati alla cittadinanza nei cartelloni dei teatri del territorio proposti dalla nostra compagnia per conto dei Comuni di Empoli, Castelfiorentino, e del Circuito Teatrale Regionale. Oppure, come nel caso della Manifestazione “Estate al Fresco” – serie di incontri ed iniziative aperte alla cittadinanza nell’area verde del carcere – gli spettacoli realizzati con le detenute sono diventati il centro di un’estate culturale fatta nel carcere ma aperta e frequentata da chi sta fuori.
Fin dall’inizio della nostra esperienza di Teatro Carcere abbiamo operato per creare un cortocircuito positivo fra il mondo carcerario e quello esterno, con l’obiettivo di aprire una comunicazione tra la città e il carcere attraverso la produzione di spettacoli, favorendo con ogni mezzo la partecipazione del pubblico esterno.
Dal 2017 con le donne detenute nella SEZIONE FEMMINILE DELLA CASA CIRCONDARIALE DI SOLLICCIANO. (Firenze)
Si tratta di una sezione, quella femminile del carcere di Sollicciano, che da molti anni non aveva avuto modo di promuovere l’attività teatrale con le donne. Da molti anni le donne detenute a Firenze non avevano modo di svolgere questa attività che orami a tutti i livelli viene riconosciuta come molto rilevante per il loro percorso di ricostruzione delle abilità sociali e personali delle persone detenute. Il nostro sforzo è stato teso a cominciare a ricostruire un percorso con le donne recluse. La prima tappa è stata un nuovo laboratorio di teatro nel 2017 e nel mese di febbraio 2018 abbiamo presentato una nuova versione di “Carmen, il canto della libertà”, che vedeva coinvolte sulla scena alcune detenute di Sollicciano insieme ad alcuni professionisti e non professionisti che avevano in precedenza collaborato con l’ allestimento della stessa opera presentata nel carcere femminile di Empoli. Abbiamo proseguito il nostro lavoro di Teatro in Carcere e dal settembre 2018 abbiamo ricominciato con il laboratorio teatrale che ci ha portato nell’aprile 2019 a presentare presso il Teatro di Sollicciano una anteprima dello spettacolo “Fra quattro mura”. Nel novembre 2019 l’anteprima è diventata uno spettacolo a tutti gli effetti, aperto al pubblico, con molta soddisfazione sia da parte di chi lo ha visto che di chi lo ha fatto. E’ in corso d’opera, in un 2020 assai accidentato per le attività teatrali, un nuovo laboratorio di teatro che prevede una libera rilettura in chiave femminile del “Don Giovanni”.
Dal 2020 con L’ALTA SICUREZZA DELLA CASA CIRCONDARIALE DI LIVORNO
Abbiamo avviato anche un progetto di Teatro-Carcere con la Casa Circondariale “Le Sughere” di Livorno, con i detenuti dell’Alta Sicurezza. L’ottica di intervento e la metodologia è la medesima adottata nelle altre carceri in cui operiamo; un laboratorio dove abbiamo messo al centro del lavoro un grande classico che racconta dell’uomo escluso, lasciato, reietto: “Filottete” di Sofocle. Il lavoro nell’anno del Covid procede giocoforza un po’ a singhiozzo, ma la pietrosa isola di Filottete, luogo isolato e d’abbandono in cui è facile riconoscere il luogo-carcere continuerà ad essere il nostro terreno di esplorazione teatrale.
IL METODO
Una tipicità di questa esperienza è l’utilizzo di un metodo di lavoro che centra sul FARE LABORATORIO il proprio processo di intervento teatrale con il Carcere. E’ una scelta di intervento precisa, dove il prodotto finale – lo spettacolo per intenderci – non esclude l’importanza del processo di avvicinamento e costruzione dello stesso.
Un laboratorio teatrale è un insieme di esperienze. E’ un momento in cui, fuori dalla logica produttiva, si può scendere in profondità e permettersi di provare, sbagliare e conoscere. Il punto di partenza è il corpo, inteso come strumento di creazione, ed il gruppo. L’ascolto è il primo obiettivo per aprire le porte della percezione. Un ascolto attento, presente, sensibile. La mente è il traduttore, che formula e riformula l’azione creandola e ricreandola. Il gruppo è il circuito che crea i collegamenti e permette alla creazione di espandersi, di appropriarsi dello spazio in cui agire, in cui agire con consapevolezza e in cui potersi riappropriare, almeno un poco di sé.
Negli anni trascorsi a realizzare percorsi di teatro in Carcere abbiamo affrontato molti temi ( l’assenza, le mura che separano o proteggono, l’individuo in rapporto alla società, la separazione dagli affetti ) e abbiamo anche liberamente riadattato molti classici del teatro: da “Antigone” a “La Casa di Bernarda Alba” di Garcia Lorca, da “I dialoghi delle Carmelitane” di Bernanos a “Otello” di Shakespeare, da “La scuola delle mogli” di Moliére a “Casa di Bambola” di Ibsen a “Carmen” di Bizet, fino a “Don Giovanni”, l’opera su cui ci stiamo concentrando attualmente. Ogni rilettura e rivisitazione è stata fatta in un’ottica partecipativa, che non prescindesse dal contributo personale ed originale di ciascuna partecipante, sempre i testi sono stati adattati trovando una lettura che entrasse in risonanza e potesse dialogare con le detenute e con il gruppo di lavoro.
INTERAZIONE: coinvolgimento degli studenti
Abbiamo spesso coinvolto studenti delle scuole superiori e dell’Università nei percorsi dedicati al carcere, in modo da creare un terreno comune in cui i giovani potessero entrare in contatto con questa parte della società preclusa allo sguardo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le giovani generazioni e favorire il loro impegno verso uno sguardo di inclusione e accoglienza, nello spirito fattivo e concreto di un’arte, quella teatrale, che consente di sfumare le differenze di partenza per creare nuovi equilibri e nuova conoscenza di sé nella relazione con l’altro. Il nostro impegno a combattere lo stigma verso le fragilità sociali è continuo, e cerchiamo in ogni occasione di creare attraverso il teatro un terreno d’incontro, oltre i pregiudizi e gli stereotipi così vivi nella nostra società.
CHI SIAMO
Gli operatori che si occupano prevalentemente di Teatro-Carcere sono Maria Teresa Delogu e Rossella Parrucci, attrici e formatrici teatrali che collaborano con la compagnia stabilmente da oltre 25 anni occupandosi anche di Teatro-Scuola, Formazione Teatrale, Teatro Sociale e del Disagio, Teatro di Comunità e progetti variamente articolati finalizzati alla conoscenza e diffusione della cultura teatrale.